“Quando una persona si iscrive al CAI pensa di iniziare un’attività sportiva, di imparare ad utilizzare correttamente le attrezzature tecniche per la progressione in montagna, di frequentare persone con i propri interessi. Non sempre si rende conto che l’adesione a questo sodalizio comporta l’accettazione di un codice etico espresso nel “Bidecalogo” del 1981, rivisto e integrato dal “Nuovo Bidecalogo” del 2013. Si tratta di una serie di 20 punti che specificano la posizione del CAI e quindi di tutti soci nei confronti del rispetto e la tutela dell’ambiente, nella tradizione di ciò che I soci fondatori avevano previsto.”

I primi dieci punti riguardano le varie tematiche che possono mettere in crisi il sistema montagna soprattutto a causa di azioni antropiche: 

  1. LA MONTAGNA E LE AREE PROTETTE: riserve naturali che hanno la funzione di
    mantenere l’equilibrio ambientale di un determinato luogo, aumentandone la biodiversità.
  2. IL TERRITORIO, IL PAESAGGIO, IL SUOLO: Il CAI sostiene la tutela del paesaggio e ritiene indispensabile limitare al minimo il consumo del suolo.
  3. VIE DI COMUNICAZIONI E TRASPORTI: utilizzo della viabilità montana esistente
    asfaltata e naturale. Favorire una montagna senza motori, riservando ad essi tracciati appositamente autorizzati.
  4. TURISMO IN MONTAGNA: applicazione severa delle normative esistenti con rispetto delle aree e dei siti Natura 2000. Potenziare le zone antropizzate. Ripristino dell’ambiente originale. Non sottovalutare un turismo che si interessi anche alla cultura locale.
  5. IMPIANTI INDUSTRIALI: CAVE, MINIERE, PRELIEVI FLUVIALI, SFRUTTAMENTO DEL SUOLO, IMPIANTI IDROELETTRICI: limitare i prelievi o impedirli se arrecano gravi danni, ripristinare gli ambienti che hanno subito deturpamenti.
  6. POLITICA VENATORIA: contrastare duramente il bracconaggio, riequilibrare la fauna ove necessario, privilegiando le razze animali autoctone.
  7. FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI: giusti calcoli costo-benefici e corretta valutazione impatto ambientale delle nuove strutture. Rispetto dei vincoli delle aree protette.
  8. TERRE ALTE, ATTIVITA’ UMANE, AGRICOLTURA DI MONTAGNA: è un patrimonio a rischio per molti motivi che va salvaguardato e difeso.
  9. CAMBIAMENTI CLIMATICI: il cambiamento climatico è un fenomeno globale, noi esseri umani stiamo sulla terra da poche migliaia di anni e già stiamo trasformando l’ambiente a una rapidità tale che sta verificandosi «una sesta estinzione» con un rapido declino della biodiversità globale. Occorrono comportamenti virtuosi su tutti i fronti.
  10. POLITICHE PER LA MONTAGNA, CONVENZIONI, RAPPORTI CON ALTRI CLUB E CON ALTRE ISTITUZIONI: per la difesa della montagna occorre una politica unitaria tra le associazioni esistenti, azioni sinergiche oltre le frontiere.
  • “In tutti questi settori il CAI si impegna a promuovere studi e ricerche, a partecipare a iniziative di salvaguardia e tutela, a sollecitare i legislatori per una politica che rispetti la specificità dei vari ambienti, ad esercitare un’azione di controllo e di sensibilizzazione sulle situazioni critiche delle Terre Alte.
  • La montagna non è un bene di consumo, ma un patrimonio comune che è necessario conoscere per poterlo salvaguardare e proteggere.”
  • “Gli altri dieci punti indirizzano ad un comportamento consapevole, responsabile e rispettoso dell’ambiente nell’abituale frequentazione della montagna attraverso pratiche e norme che dovrebbero essere condivise e rispettate da tutti i soci:
  1. RIFUGI E BIVACCHI: per il CAI e i suoi soci i rifugi sono punti di appoggio dove è possibile pernottare e rifocillarsi senza eccessive pretese.
  2. SENTIERI, SENTIERI ATTREZZATI: l’impegno è di censire e fare opera di manutenzione dei sentieri, evitare la realizzazione a scopo turistico di nuove ferrate e la rimozione e lo smaltimento di attrezzature fatiscenti e inutilizzabili.
  3. ALPINISMO E ARRAMPICATA: nuove vie di salita dovranno seguire gli itinerari logici evitando interventi di perforazione della roccia. Si limiteranno le aperture di nuove palestre naturali di arrampicata per le quali comunque sarà opportuno considerare l’impatto sull’avifauna.
  4. SCIALPINISMO ED ESCURSIONISMO INVERNALE: le uscite dovranno essere attentamente pianificate in modo da rispettare l’habitat degli animali che nel periodo invernale devono risparmiare energia e hanno difficoltà ad alimentarsi. Gli itinerari dovranno seguire il più possibile strade forestali evitando di passare nei boschi e danneggiare le piante più giovani.
  5. SCIALPINISMO E ALTRE ATTIVITA’ PRATICATE IN FORMA COMPETITIVA: non è nella tradizione del Club Alpino Italiano indirizzare le persone alle gare, si preferisce un tipo di attività più ricreativa. Controllare che al termine della manifestazione siano rimossi i segni del passaggio ed i rifiuti.
  6. ESCURSIONISMO E CICLOESCURSIONISMO: Si raccomanda di rispettare i percorsi tracciati per evitare danni a particolari biotopi e non incidere sul dilavamento delle acque e il conseguente dissesto idrogeologico. Sollecita una costante informazione sul tema di educazione ambientale.
  7. SPELEOLOGIA E TORRENTISMO: l’ambiente in cui si svolgono tali attività è fragile e va tutelato con ricerche e studi specifici ed evitando uno sfruttamento turistico di massa, eventualmente anche attraverso opportuni provvedimenti legislativi.
  8. SPEDIZIONI ALPINISTICHE E TREKKING INTERNAZIONALI: spedizioni e trekking extraeuropei devono essere programmati in modo da rispettare la natura dei luoghi in cui si svolgono, prevedendo l’utilizzo di risorse locali e privilegiando la mobilità lenta. E’ inoltre indispensabile conoscere la cultura e le tradizioni delle popolazioni indigene per poterne salvaguardare l’integrità. Rifiuti e materiale tecnico usato nel corso della spedizione deve essere riportato al paese di partenza.
  9. MANIFESTAZIONI: per ogni evento occorre valutare se è conveniente limitare le presenze con un numero chiuso di partecipanti. Al termine è indispensabile rimuovere le infrastrutture utilizzate per l’evento e naturalmente ogni rifiuto e ripristinare le condizioni iniziali.
  10. EDUCAZIONE AMBIENTALE: E’ il punto fondamentale! Educazione e conoscenza della montagna e dei vari ambienti ad essa collegati sono essenziali per una frequentazione delle Terre Alte consapevole delle problematiche naturali e delle conseguenze che le attività antropiche possono avere sul territorio. Il CAI si propone come ente formativo sia ai propri soci, che al mondo della scuola di ogni ordine e grado con iniziative e corsi rivolti a ragazzi e adulti. Anche la realizzazione di proiezioni, manuali e/o (s)pieghevoli da parte di Organi Tecnici e soci CAI con specifiche competenze fa parte di questa opera di formazione continua.

BUONA MONTAGNA PER TUTTI