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I sentieri e i castelli di Matilde di Canossa – scopriamo la via di Matilde e del volto santo
6 Ottobre 2019
Rivivere la storia di Matilde di Canossa attraverso gli antichi luoghi del suo grande feudo è un’impresa di straordinaria suggestione che si può compiere percorrendo il Sentiero Matilde, una rete di itinerari lungo le antiche direttrici viarie del medioevo. Esse conducono ai castelli della Gran Contessa passando per antichi borghi incastonati in un incantevole paesaggio naturale e nel contempo collegano itinerari religiosi di antichissima tradizione. Da Rossena Sent. 640 scendiamo al Rio Vico, prendiamo il suggestivo Sentiero Matilde, che parte da Ciano d’Enza sale sulla destra del Rio, attraversa un bosco e sbuca sugli splendidi calanchi nelle adiacenze del Castello di Canossa e del complesso di Riverzana, borgo caratterizzato da una casa a torre.
Si continua a salire a sinistra nella bella pineta fino alla strada provinciale e alla salita che subito a destra porta direttamente al Castello.
Le distruzioni ripetute di questo che fu per almeno due secoli uno dei castelli più importanti d’Europa, l’incuria del tempo e la rovina delle stesse fondamenta che franano a valle, hanno reso Canossa estremamente affascinante per l’atmosfera e il paesaggio. Dal Castello si prosegue sempre sul Sentiero Matilde, rasentando ancora i calanchi con spettacolari vedute verso il Castello di Rossena impiantato su un rossastro colle vulcanico e la Val d’Enza. Saliamo quindi verso il borgo di Cavandola (sovrastante il borgo di Votigno, dove ha sede un centro di cultura tibetana).
Da Cavandola, ancora sul Sentiero Matilde costeggiamo, su un’ampia carrareccia le pendici del monte Tesa, con belle visuali sul medio Appennino, fino al borgo di Cerredolo dei Coppi, caratteristico per le numerose torri con colombaia e i mascheroni e bugne con significato scaramantico sui muri delle antiche case. Il nome deriva dalle querce cerro e dalle “fabbriche dei coppi”, le fornaci per le tegole attive fino alla metà del secolo scorso.
Dopo la sosta, in prossimità della chiesa dedicata a San Pellegrino costruita nel 1820/1830 sulle tracce di un antico omonimo oratorio, si imbocca la carrareccia (sentiero CAI 650), dietro l’ostello per il vecchio cimitero e si raggiunge l’antica borgata rurale di Casalino, che conserva un interessante complesso a corte con due torri colombaie, un pregevole loggiato, un oratorio e un forno a pane pensile, un tempo assai frequente nel territorio canossiano. Ci si trova in un uno dei contesti più caratteristici del medio Appennino Reggiano.
Da qui una vecchia strada sterrata, porta al borgo medioevale di Braglie e infine al Castello di Rossena, che visiteremo.
Castello di Rossena. A differenza di altri castelli, che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, Rossena ha conservato l’impianto originario di vera e propria macchina da guerra che doveva fermare eventuali aggressioni nemiche provenienti dalla valle dell’Enza. Il castello, forse iniziato nel 950, all’inizio era costituito da un mastio isolato, la cui struttura (ora ribassata) è ancora leggibile al centro della costruzione principale.
Di proprietà della Diocesi reggiana, Rossena ha subito un profondo restauro in occasione del Giubileo dell’anno 2000 che ne ha permesso il recupero per usi ricettivi.
Oggi ospita un ostello con una cinquantina di posti letto. E’ interamente visitabile, a pagamento, con accesso alle cisterne e al cammino di ronda dove, nelle giornate limpide, si ammira uno splendido panorama. Di fronte a Rossena si staglia la torre di Rossenella.
I colli vulcanici su cui sorgono il castello e la torre fanno parte della Riserva Naturale Integrata della Rupe di Campotrera, istituita con legge regionale.
La Riserva tutela un affioramento costituito di rocce basaltiche di colore rossastro, situato in sponda destra del torrente Enza, in cui sono conservati bellissimi cristalli di datolite, un minerale assai raro.
La diversità vegetazionale e floristica è elevata, con presenze di habitat di importanza europea e specie rare a livello regionale.
Dal punto di vista faunistico, la rupe rappresenta uno dei più importanti luoghi di rifugio e riproduzione per gli uccelli rapaci presenti nel territorio pedecollinare
Difficoltà: E. su sentieri e mulattiere
Itinerario : Rossena 400m – Cavandola 599m – Cerredolo dei Coppi 590m. Casalino 432m – Braglie 389m – Castello di Rossena 800m.
Dislivello salita/discesa circa 500m
Durata: 5 ore circa
Orario di partenza: ore 7.00